22 gennaio 2010

Caipirinha for Breackfast










C'è gente che cresce con una famiglia normale. Con gente che fa l'avvocato, il dottore, lo psicologo. C'è gente che passa il Natale, ma che se ci fosse una telecamera del grande fratello, più che un Natale sembrerebbe un funerale. C'è la gente che anche in casa si mette i jeans.

Poi c'è altra gente. Alla quale mi associo.
C'è altra gente che cresce con una famiglia anormale. Pazza. Con gente che fa il pittore di strada, il venditore di pezzi di automobili, il dipendente della Geox. E poi c'è quello che mentre fa una chirurgia risponde al telefono. C'è altra gente che a Natale si ubriaca, dà grosse risate, che le sente anche il vicino. C'è altra gente che si mette in pigiama anche se c'è visita.
C'è altra gente che si diverte!

E poi ci siamo noi, la famiglia dolcino, che mangia cioccolata, e che anche se non è magra è felice!
Mario, Giulia, Kyma. Giulia, Kyma, Mario. Kyma, Mario, Giulia....

"..." Questa sarebbe la descrizione di queste vacanze natalizie. E ciò non vuol dire "no comment"; ma bensì "sono senza parole".
Indescrivibile.

Come direbbe Dante, queste vacanze hanno avuto un effetto salvifico sui più grandi della famiglia, per intendersi: MarioGiulia.

Le partite a tombola, gioco dell'oca, snowboard alla playstation...
Clienti assidui delle pizzerie, pizza a taglio, ma sopratutto dell'affogato al Grom!
Le gite a San Giminiano, Volterra...
E poi...
Il bacio della buona notte, del buon giorno, del... nulla.
Le continue conversazioni, all'inizio forzate, dopo naturali.
Il famoso Ospedale.
Le notti, in tre, vicini vicini in un letto per due...

E poi io e te, sul letto. E mentre io leggo tu osservi. In realtà pensi. I tuoi occhi si riempiono di saudades... Pure i miei. Ma quello è stato il momento più bello. Perchè il presente ha contradetto il passato.
We will always toghether.

Il buon umore sempre messo nell' "on", perchè sapevamo che dovevamo superare la nostra indole da lunatici, perchè non c'era tempo di avere la luna storta.
Il tempo è veloce. Troppo.

03 gennaio 2010

Un giorno insolito






"Sta per partorire!"
"Passamela!"

"Pronto?"
"Che hai?"
"Mal di pancia. Mi sento svenire. Caldo. Affanno."
"Prendi aria e fatti portare a Careggi!"

"Allora?"
"Portami all'ospedale Careggi".
"Taxi! All'ospedale Careggi!"

Non avrei mai pensato di guardare le persone dal basso all'alto. Letteralmente.
Un'infermiera dai capelli rossi ricci mise il mio letto su cui ero distesa in mezzo al corridoio.
Intanto parlava... La sua voce era annientata dalle ruotelle del letto che giravano indaffarate, come l'infermiera e dal dolore che cercavo di annientare mordendomi la mano.
Niente da fare.

Ormai ero stata battezzata "la ragazzina". Forse ero la piú giovane.
E tra tutta la gente che passava riconoscevo solo l'infermiera, disinteressata.
E tra tutta la gente che mi guardava sdraiata, in fin di vita, solo una si fermó: mia mamma.
"Ormai il dolore mi é passato..."
"Vabbé, giá che ci siamo, fatti visitare". "Peró non dire che ti é passato" - continuó.
"Ma non é che lá fuori c'é un uomo in fin di vita per colpa mia??"
"Macché..."

"La ragazzina che sta partorendo in sala verde!" sentii gridare in tono ironico.
Cosí, mentre le ruotelle giravano, mia mamma mi salutava come se fosse l'ultima volta che mi avrebbe visto viva!

Poi passai per una serie di medici, infermieri, e chi più ne ha più ne metta!
Il primo, Stefano, indaffarato anche lui anche se era il mio turno. Non si fece troppi problemi disse di spogliarmi e mi piazzò della roba sulle tette e poi mi disse togliermi i calzini e i pantaloni.
"No! Sulle gambe ho la foresta amazzonica!" - pensai.
Tutto questo per poi sapere che non avevo problemi di cuore!
La seconda, Rosella, ex-frequentante del Liceo Classico di Arezzo. Oltre ad ascoltarmi parlava anche lei. Si reputa una buona medica, ha detto indirettamente chiedendomi se volevo fare la medica! E seccamente le risposi : No!
E mentre scriveva, io ero distesa sul lettino, quasi in fin di vita, e la guardavo. Un certo Stefano arrivò. "Scometto che scopano" pensai.
Tanti scoop si vengono a sapere in una serata all'ospedale!



E qui arriva il vero incipit. Il culmine di esser andata all'ospedale per una colica!
Rossella arrivò con la faccia da medica e mi disse da psicologa "C'è la probabilità che tu sia in cinta!"
- No! - risposi seccamente. E mentre si allontanava io rifeci in 3minuti il flashback della mia vita sessuale. No. Impossibile.
Poi pensai: "ma io ho le mestruazioni!".